Genitori disorientati, bambini sofferenti | cod. sime 11267

Monsignor G. MARCOLI ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE ETS

Raccolta Terminata
Obiettivo:
490,00 €
Raccolto *:
490,00 €

* L’importo delle donazioni raccolte non si aggiorna automaticamente ma a seguito delle verifiche effettuate dalla Fondazione.

Raggiungimento obiettivo

100%

Il progetto

Il Progetto si ispira alle finalità della Marcoli: sosteniamo in un’ottica di prevenzione del disagio, la genitorialità in famiglie con soggetti sordi, figli o genitori, o con distrofia, tetraparesi, problemi comportamentali, deficit cognitivo. Le comunicazioni degli operatori sanitari con queste famiglie sono piene di incomprensioni: Mancano una specifica formazione sugli aspetti psicologici della sordità, e sulla cultura delle famiglie straniere: così molto spesso prescrizioni e diagnosi non sono capite e il soggetto disabile viene curato in forma discontinua e insoddisfacente. Nella scuola quasi mai gli insegnanti hanno la preparazione necessaria al loro compito, così ai bambini disabili italiani o stranieri vengono spesso attribuite carenze cognitive inesistenti, mentre le difficoltà dei genitori sono interpretate come disinteresse verso la scuola. Questi nuclei famigliari spesso si trovano al margine della società, con grossi problemi socio-economici che richiedono l’intervento dei servizi sociali e, a volte, del Tribunale dei Minori. Motivo di discriminazione per la minoranza di genitori sordi, italiani e stranieri, è anche la mancata mediazione, nei servizi, della Lingua dei Segni, indispensabile a loro per accedere alle informazioni e alla logica dei servizi stessi. I loro figli, se udenti (CODA,Child of deaf adult), fanno da stampella alle difficoltà dei genitori e, immersi in un mondo non udente, soffrono spesso di difficoltà linguistiche e di apprendimento, ma non possono accedere ai servizi di sostegno del territorio, riservati ai sordi e non godono di progetti specifici per loro Per tutti questi motivi, ci occupiamo anche dei rapporti tra queste famiglie ed i servizi sul territorio. Operiamo con un numero ristretto di famiglie, attraverso lo strumento delle “visite domiciliari” (V.D.): i nostri riferimenti teorici sono i lavori pionieristici delle psicoanaliste E.Bick e Selma Fraiberg che lavorarono negli anni ’60 in Inghilterra e negli USA con famiglie a rischio. In base agli specifici bisogni, predisponiamo una serie di visite domiciliari realizzate dalla psicoterapeuta con la mediatrice culturale per gli stranieri, o l’interprete Lis per i sordi. I genitori sono aiutati a capire il senso e la modalità delle terapie e accompagnati agli incontri più importanti con i vari operatori. Il valore del nostro lavoro è quello di costituire un tentativo innovativo di coordinamento fra gli interventi intorno al bambino disabile, che sul territorio non risultano quasi mai integrati tra loro, provocando sprechi di denaro e vanificando gli sforzi degli stessi operatori, il tutto a scapito del benessere del minore e della sua famiglia

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