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Raggiungimento obiettivo
Il progetto
L'Associazione Multietnica Terre Unite gestisce dal 2011 la prima Casa Rifugio per donne vittime di violenza sul territorio bresciano, Casa Daphne nata proprio grazie al sostegno di un finanziamento di Fondazione Comunità Bresciana, e dal 2017 in Centro Antiviolenza Donne e Diritti a Darfo Boario Terme. In questi molti anni di esperienza abbiamo preso atto della difficoltà di molte donne, in particolare migranti o senza legami con la comunità ed il territorio, nel percorso di reiserimento sociale anche dopo la cessazione della violenza. Le donne vittime di violenza infatti portano con sé, spesso, intersezionalità che le rendono molto fragili ed una volta liberate dalla violenza incontrano molte altre difficoltà (isolamento, povertà e fatica a concilare i bisogni dei figli con i bisogni del lavoro).
Dal punto di vista formale però il supporto delle operatrici del Centro Antiviolenza o della Casa Rifugio non po' durare per tutto il tempo di cui le donne necessiterebbero e da qui è nata l'esigenza di pensare a delle progettualità di accompagnamento leggero verso la piena autonomia con il convolgimento di donne “normali” per un supporto sociale, emotivo, pratico o orientativo verso l'individuazione di soluzioni ai diversi problemi che possono affrontare.
Abbiamo scelto la pratica del mentoring, ad oggi diffusa soprattutto a livello scolastico o lavorativo e ancora molto poco negli interventi sociali in Italia, per non lasciare al caso questa formula di sostegno e per dare un quadro di lavoro preciso e chiaro alle potenziali volontarie che non possono sentirsi sole a gestire la relazione con la donna che hanno scelto di affiancare e non possono sentirsi inutili in attesa di una donna giusta da abbinare alle loro caratteristiche.
Un programma di mentoring si articola in genere in 5 fasi: la selezione dei mentori, la formazione, dei mentori, l'abbinamento fra mentori e mentee (persona sostenuta), la definizione del programma personalizzato e infine la valutazione dei risultati. Essendo alla prima esperienza su una metodologia innovativa abbiamo ritenuto necessario inserire un'altra fase trasversale a tutto il progetto: la supervisione del gruppo delle mentori e la manutenzione del gruppo per non perdere le eventuali volontarie non acora abbinate.
Il progetto è per noi un'ampliamento dell'offerta dei nostri servizi che, essendo innovativo, ha bisogno di uno sforzo iniziale per essere pienamente integrato. Siamo convinte che dopo questo primo anno di impegno, una volta che tale intervento andrà a regime, il carico di lavoro sulle operatrici professioniste andrà a calare e potremo permetterci il mantenimento di questo tipo di intervento, più economico, ma soprattutto più efficace.
